PHILOMENA di Stephen Frears (2013)
Quando un prodotto audiovisivo è in grado di mettere in scena una storia di sentimenti primigeni come se fosse una elegia poetica merita sicuramente un plauso speciale. È il caso questo di Philomena, il nuovo film del britannico Stephen Frears, presentato in concorso alla 70esima edizione del Festival di Venezia dove ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura.
Per questo suo ultimo lavoro, Frears, decide di basarsi su una storia realmente accaduta, raccontando con la consueta classe registica la storia di Philomena (Judy Dench), un’anziana donna irlandese alla quale durante la giovinezza, le suore del convento di Roscrea, portarono via il figlioletto di quattro anni per farle scontare la punizione di essere rimasta incinta da adolescente, etichettandola come “donna del peccato”. Dopo 50 anni la donna, che nel frattempo ha avuto un’altra figlia, non ha mai dimenticato quel bambino tenero e sensibile che aveva visto crescere fino ai quattro anni di vita e del quale custodisce gelosamente l’unica fotografia che possiede. Nonostante Philomena abbia cercato in tutti i modi nel corso degli anni di mettersi in contatto con il figlio, le sue ricerche si sono sempre concluse con una nulla di fatto. Quando però sua figlia conosce ad una festa Martin Sixmith (Steve Coogan), giornalista deluso dal mondo della politica dal quale proviene e propenso a raccontare una storia diversa, l’agognato sogno di Philomena di ricongiungersi con il figlio torna prepotentemente a riprendere forma.