Si parte in grande stile a Berlino 64. Il festival tedesco, spesso accusato di offrire meno spunti glamour nel programma rispetto alle altre due importanti kermesse europee – Venezia e Cannes – decide di inaugurare la sessantaquattresima edizione con l’ultima opera di Wes Anderson, The Grand Budapest Hotel,in concorso.
Ambientato, come suggerisce il titolo, in un albergo, il film vede intrecciarsi le vicende del portiere Gustave H. (Ralph Fiennes) accusato di omicidio e della solita sarabanda di weirdos andersoniani: oltre ai collaboratori di lungo corso come Bill Murray, Jason Schwartzman e Owen Wilson, si uniscono al cast anche la giovane Saoirse Ronan, Edward Norton, Mathieu Amalric e una serie di altre glorie, vecchie e nuove, del grande schermo.
Tra i nomi conosciuti, il concorso offre anche spazio al leone francese Alain Resnais con Life of Riley e all’americano Richard Linklater (School of Rock, A Scanner Darkly) con Boyhood, già presentato al Sundance Film Festival, storia di un divorzio e degli effetti sul figlio della coppia. Per il resto, tanta Cina, Germania e qualche co-produzione per una kermesse che, come da tradizione, si concentra su produzioni fuori dal mainstream dei soliti noti.
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