Cinquant’anni di Mary Poppins: dal film Disney del 1964 a “Saving Mr. Banks”

«Vento dall’Est,
la nebbia è là…
Qualcosa di strano
fra poco accadrà…
Troppo difficile
capire cos’è…
Ma penso che un’ospite
arrivi per me…»

(Bert, Introduzione a Mary Poppins, Disney, 1964)

Sono parole che alla memoria collettiva, da 50 anni a questa parte, richiamano necessariamente qualcosa. Dopotutto, non conoscere Mary Poppins, almeno di nome, resta impossibile in una società così fortemente improntata sulla Disney come primo contatto video-didattico per l’infanzia. Quello che però non molti sanno è ciò che esiste alle spalle di questo capolavoro – 13 nominations e 5 premi Oscar –, che ha visto la luce nel 1964 ma che Walt Disney già da 30 anni sognava di portare sul grande schermo. L’ostacolo che pareva insormontabile era però la scrittrice del romanzo, Miss Pamela Travers, che lottava da anni per non cedere i diritti della “sua” Mary Poppins allo “zio Walt”, per timore che la trasformasse in qualcosa che non era, che si allontanasse dallo spirito con cui era stata scritta, anche perché l’opinione che la signora Travers nutriva nei confronti di Disney non era certo tra le più positive. Almeno questo è ciò che si evince dalla visione di Saving Mr. Banks, ultimo film Disney uscito da poco nelle sale, proprio in occasione dell’anniversario della tata più famosa del mondo: la trama ruota tutta attorno alle avances di Walt Disney (Tom Hanks) e alla resistenza ostinata di Pamela Travers (Emma Thompson), con i flashback a fare da guida per aiutarci a comprendere la sofferenza passata della donna e il dolore che l’ha portata a scrivere Mary Poppins, di fatto una zia severa arrivata a casa sua mentre suo padre era sul letto di morte, con l’intento di aiutare la mamma nel curare lei e le sue sorelle.

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