Berlinale 2016: CHI-RAQ di Spike Lee, GENIUS di Michael Grandage e SOY NERO di Rafi Pitts

 

CHI-RAQ di Spike Lee (fuori concorso)

Da anni Spike Lee è solito far parlare di sè, più che per il suo cinema, per il suo attivismo mirato a denunciare il razzismo americano solo apparentemente sconfitto. La bufera che da mesi circonda la prossima notte degli Oscar è l’ultima delle sue trovate, dunque un film com Chi-Raq non può far altro che suscitare attenzione per comprendere quanto il cineasta si sia lasciato trasportare o meno dalla tematica a lui più cara. Sorprendentemente, il lavoro risulta schietto e avvincente, capace di coinvolgere lo spettatore attraverso una messa in scena pop, colorata e vivacissima che riadatta (in maniera del tutto arbitraria) la commedia classica Lisistrata.

Chicago è ormai una città allo sbando dominata da lotte interne e violenza. Le donne cercano dunque di coalizzarsi per mettere a tacere gli spari proponendo uno sciopero sessuale che manderà su tutte le furie i loro violenti compagni. Il film incalza grazie a sequenze notevoli e indelebili anche se complessivamente traspare che il regista si sia lasciato prendere la mano senza riuscire a dosare al punto giusto tutte le componenti. Probabilmente non si tratta di un’opera cardinale e necessaria dalla quale sarà impossibile prescindere in futuro, ma la visione troverà comunque il consenso di molti.

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