LA LEGGENDA DEL CACCIATORE DI VAMPIRI di Timur Bekmambetov (2012)
“La storia predilige le leggende”: così recita l’incipit, affidato alla voce narrante del protagonista, de La leggenda del cacciatore di vampiri, diretto dal regista Timur Bekmambetov (Wanted – Scegli il tuo destino, 2008) e tratto dal romanzo Abraham Lincoln, Vampire Hunter di Seth Graham-Smith, che si è occupato personalmente della sceneggiatura.
In questo caso, però, sarebbe stato opportuno lasciar perdere la leggenda e rispettare la storia.
Il film narra le avventure del giovane Abraham Lincoln, futuro presidente degli Stati Uniti d’America e cacciatore di vampiri per vendicare la morte della madre; il contesto storico della guerra di secessione è riletto, stravolto e trasformato in uno scontro tra un Nord dei “vivi” e un Sud dominato dai “morti”, i vampiri, nel tentativo di una metaforica rappresentazione classista (vampiri = mostri = schiavisti). Tentativo ardito e miseramente fallito, soprattutto se si pensa a come sia stata delineata la figura di Lincoln, novello Neo ante litteram (vedi Matrix) che combatte i suoi incubi incarnati a colpi d’ascia.