TFF 2018: HAPPY NEW YEAR, COLIN BURSTEAD – La recensione

 

Colin Burstead (Neil Maskell) organizza un grande ricevimento familiare per l’ultimo giorno dell’anno. Tutti i suoi parenti vengono invitati portandosi appresso una massiccia dose di risentimenti, vecchie ferite mai rimarginate e ostilità tutt’altro che velate. Le unità di spazio, tempo e azione vengono mantenute dal regista Ben Wheatley, al ritorno al Torino Film Festival dopo High Rise Free Fire, che si diverte a massacrare il quieto vivere senza però ricorrere a facili svolte narrative o retoriche (il rischio di dar vita a una versione inglese di A casa tutti bene era piuttosto elevato, ma Wheatley ne esce indenne).

Quello che più interessa al regista è restituire un’allegoria perfetta e calzante del clima europeo più contemporaneo. Un grande casa del passato (vedi il vecchio continente) è infatti pronta ad accogliere uomini molto diversi per cultura ed educazione (i vari membri della famiglia di Colin), presenti al ricevimento senza alcuna voglia di collaborare o star bene insieme, ma covando l’idea di fuggire quanto prima. Eppure, solamente il capo della festa (Colin è la Gran Bretagna?) deciderà di allontanarsi (Brexit) mentre tutti gli altri, pur di restare insieme e far finta che tutto proceda per il meglio, preferiscono nascondere lo sporco sotto il tappeto. Ritmato, frizzante e sostenuto, il film coinvolge e avvolge lo sguardo del pubblico ipnotizzandolo. Non tutto è al proprio posto e qualche lungaggine di troppo si sente (il film è stato per larga parte improvvisato), ma la miscela rimane esplosiva.

Voto: 2,5/4