TFF 2018: JULIET, NAKED – La recensione

 

La vita, prima o poi, ti pone di fronte alla classica seconda possibilità. Ed è un film che parla di second chance, ma anche di sogni smarriti ed errori esistenziali Julie, Naked, presentato nella sezione Festa Mobile al 36esimo Torino Film Festival. Al centro, il curioso episodio che stravolge la vita di Annie (Rose Byrne), donna insoddisfatta della sua vita nella piccola città di provincia natale e della relazione con Duncan (Chris O’Dowd), che trova la svolta conoscendo per caso l’idolo del suo compagno, Tucker Crowe (Ethan Hawke), musicista misteriosamente sparito dalla circolazione dopo un album di culto, oggi uomo di mezza età con figli vari sparsi per il mondo che tenta di riassemblare i pezzi di una vita scapestrata. 

Alla base c’è il romanzo di Nick Hornby Tutta un’altra musica, mentre dietro la macchina da presa troviamo Jesse Peretz (regista indie e televisivo, che ha diretto vari episodi di Girls) e tra i produttori figura Judd Apatow. Leggero e scanzonato anche quando tratta temi delicati (la voglia di maternità, la responsabilità genitoriale), Julie, Naked è una commedia piacevole che però non riesce uscire da una certa medietà, efficace di evitare le mielosità da rom-com ma altrettanto incapace di raggiungere maggiore profondità e regalare autentiche emozioni.

Voto: 2/4