THE FIVE-YEAR ENGAGEMENT di Nicholas Stoller (2012)

Da qualche anno, la commedia made in Hollywood appare dominata da un solo, “famigerato”, nome: Judd Apatow. La sua egida produttiva è responsabile di un lungo numero di titoli che vanno da Suxbad – Tre menti sopra il pelo a Molto incinta, da Strafumati a Le amiche della sposa, fino al recente Nudi e felici. Tutti film più o meno di culto, che hanno imposto al genere il dominio di un vero e proprio Apatow’s touch: un mix di comicità e dramma, con dialoghi spesso sboccati ma intelligenti. L’ultima pellicola in ordine di tempo è The Five-Year Engagement (per la regia di Nicholas Stoller), titolo che per qualche strano motivo i distributori italiani non si sono preoccupati di tradurre.

Ci pensiamo noi: il “fidanzamento di cinque anni” è quello che unisce Tom e Violet, goffo ma ambizioso chef lui, graziosa ricercatrice di psicologia lei. Teneramente innamorati, pianificano un matrimonio che saranno costretti a rimandare ripetutamente, causa nozze improvvise di parenti, funerali, trasferimenti e crisi di coppia. Ovviamente, il tira e molla e le difficoltà della vita non si limiteranno ad allontanare la celebrazione del sacro vincolo, ma rischieranno di incrinare il loro stesso rapporto.

Tom ha il faccione simpatico e la verve di Jason Segel, attore nella nota sitcom How I Met Your Mother e in Bad Teacher, nonché fedele habitué della scuderia di Apatow e qui impegnato anche nelle vesti di co-sceneggiatore. Violet ha invece i delicati lineamenti britannici di una deliziosa Emily Blunt, ormai sempre più lanciata. Si distingue, nel classico ruolo di terzo incomodo, il sempre bravo Rhys Ifans, decisamente tra i volti più interessanti emersi in questi anni.

Nel confezionare quella che è una delle commedie sentimentali maggiormente ambiziose viste ultimamente, la ricetta Apatow consiglia una robusta dose di romanticismo, condito a sprazzi di genuina volgarità e politically uncorrect. L’ingrediente più interessante è però una certa amarezza di fondo nell’analisi della coppia, ingolfata nella ricerca inutile di un’illusoria affinità “al 100%”: per tutto il film, Tom e Violet inseguono il Sogno americano del fidanzamento perfetto, della richiesta di matrimonio iper-romantica, della piena realizzazione sentimentale e professionale. E finiscono per scontrarsi con una realtà che non è quasi mai come nei loro (e nei nostri) sogni.

Nonostante questa elemento, lo ripetiamo, decisamente intrigante, The Five-Year Engagement finisce tuttavia con il risultare melenso e stucchevole come molti altri prodotti simili e soprattutto – sommo difetto – di lunghezza spropositata: due ore sono imperdonabilmente troppe per qualsiasi commedia. La nota più positiva del film è decisamente la colonna sonora, che si affida in buona parte ai classiconi intramontabili di Van Morrison, proposte nelle versioni originali o in gradevoli cover: il soundtrack ideale, insomma, di tutte le storie d’amore.