THE ICEMAN di Ariel Vromen (2012)

È difficile sbagliare un film quando si hanno una storia vera che ha dell’incredibile e un interprete come Michael Shannon tra le mani. E infatti The Iceman non è un film sbagliato, almeno non del tutto: ma non è neanche del tutto riuscito.

La storia vera è quella del mastodontico killer Richard Kuklinski, di origine polacca, a metà strada tra la figura di un arrampicatore della malavita e quella di uno psicopatico totale, che, dopo il suo arresto avvenuto nel 1986 si vantò di aver ucciso più di cento uomini. La sua glacialità leggendaria e il suo vezzo di conservare i cadaveri in celle frigorifere per impedire che ne fosse constatata l’ora del decesso, gli valsero il soprannome di The Iceman, l’uomo di ghiaccio, che dà il titolo alla pellicola. Micheal Shannon ha sicuramente il physique du role per interpretare una minaccia incarnata, divisa tra raptus di follia schizoide e imperturbabilità, nonché tra vita da mafioso e ruolo di affettuoso padre e marito.

Tuttavia la visione che ne esce è davvero un po’ troppo edulcorata e condita in salsa glamour: la psicopatia di Kuklinski è soltanto suggerita, a tratti sembra quasi che si tratti di un eroe popolare americano, in lotta per regalare alla sua famiglia un futuro migliore. Inoltre i rapporti che intrattiene con i boss malavitosi, la routine del sicario, il paternalismo del suo mentore criminale, la doppia personalità di assassino e self-made man impeccabile sono tutti elementi che conferiscono al film un’eccessiva aura di deja-vu. Un po’ Donnie Brasco, un po’ i padroni della notte (la scena in discoteca sembra tratta pari pari dal film di James Gray) non racconta niente di nuovo, anche se lo fa in maniera abbastanza gradevole.

Oltre al già citato Shannon, che candidiamo possibile successore di Jack Nicholson nel ruolo del matto perenne, da segnalare un’interessante performance di Chris Evans che, smessi i panni di Capitan America, si cela sotto le mentite e sudice spoglie di un gelataio-sicario. Ray Liotta è il mafioso Roy DeMeo, mentre un irriconoscibile David Schwimmer (il Ross di Friends) è l’inetto Rosenthal. Tra i membri del cast da non ricordare, il ritorno senza infamia e senza lode di Winona Ryder (ma se ne sentiva davvero la mancanza?) nel ruolo dell’amorevole e ignara moglie di Richard e un inutile cameo di James Franco della durata di un paio di minuti.