TRANSFORMERS 4 – L’ERA DELL’ESTINZIONE di Michael Bay (2014)

locandina-transformers-4Estate, tempo di sole, mare e sale cinematografiche deserte. La bella stagione, si sa, non favorisce uscite di richiamo: a spezzare la monotonia e il piattume, però, ci pensano i Transformers di Michael Bay, ormai habitué del grande schermo. Le aspettative per Transformers 4 – L’era dell’estinzione, quarto capitolo di una saga ormai consolidata (dopo Transformers del 2007, Transformers – La vendetta del caduto del 2009 e Transformers 3 del 2011; e non dimentichiamoci della serie animata e del film di animazione del 1986 ad opera di Nelson Shin), erano decisamente considerevoli: e il risultato non delude.

 

In seguito alla battaglia di Chicago gli esseri umani hanno deciso di riprendere in mano le redini del pianeta Terra, stanando ogni forma aliena in circolazione. Gli Autobot sono dispersi e in attesa del ritorno del loro leader Optimus Prime, il quale finisce nel capanno di Cade Yeager (Mark Wahlberg), inventore, vedovo e padre dell’inquieta adolescente Tessa (Nicola Peltz). Optimus e Cade si alleeranno contro Harold Attinger (Kelsey Grammer), capo della CIA, e dovranno affrontare Galvatron, sorta di reincarnazione del malvagio Decepticon Megatron.

Michael Bay imbastisce uno spettacolare e rumoroso blockbuster, pura gioia per gli occhi dello spettatore: 164 minuti di battaglie, evoluzioni e ottimi effetti speciali senza alcuna pretesa di autorialità (i cinefili duri e puri potranno anche storcere il naso, ma la coerenza è una dote che non è mai mancata a Bay), che non risparmiano però ironiche stoccate alla degenerazione tecnologica di cui si sta rendendo responsabile l’uomo (questione decisamente attuale). Non mancano momenti esilaranti (Bumblebee che distrugge i suoi emuli sulle note di Can’t touch this) e sequenze mozzafiato (l’entrata in scena dei Dinobot Grimlock, Strafe, Slug e Scorn), enfatizzate da un 3D, per una volta, all’altezza.

Cast discontinuo: Mark Wahlberg è inespressivo e si limita a mostrare i muscoli, la giovane Nicola Peltz delizia il pubblico maschile con i suoi microshorts per supplire alle scarse capacità interpretative. Notevole Stanley Tucci nei panni del geniale miliardario Joshua Joyce.

Durata titanica e un po’ snervante, ma molto ritmo e poche pretese. Ai più potrà bastare.

Voto: 2,5/4