Venezia 2016: NOCTURNAL ANIMALS di Tom Ford
Il raffinato e poliedrico Tom Ford sbarca al concorso della 73^ Mostra del Cinema di Venezia con il suo secondo lungometraggio: Nocturnal Animals. Ford, stilista e regista, noto per aver rilanciato la maison di Gucci negli anni 90, era già stato al festival nel 2009, riscuotendo anche un notevole successo, con il film A Single Man. Già dall’ora era evidente una raffinatezza ed eleganza stilistica, dedita al glamour hollywoodiano, che l’hanno indubbiamente contraddistinto, sia come uomo di moda che come uomo di cinema. Nella sua ultima fatica sono infatti evidenti tutte le sue peculiarità e caratteristiche, sin dall’inizio.
Il film si apre con lo sfondo nero e dei coriandoli argentati e brillanti che lentamente piovano dai due lati dello schermo, poi delle donne nude e fortemente in sovrappeso, solo con qualche accessorio, che ballano e si dimenano in slow-motion con una musica perfettamente in linea con le immagini. Questo inizio eccessivo, provocatorio, ma con un’estetica dell’immagine molto elegante, ricorda molto l’ultimo movie di Nicolas Winding Refn, The Neon Demon. Nocturnal Animals, thriller-dramma è basato sul romanzo Tony & Susan del 1993 di Austin Wright e narra una doppia storia, una che si svolge nella vita reale e l’altra è una rappresentazione di un libro che la protagonista, una bellissima Amy Adams, sta leggendo.
Questo libro, a lei dedicato e che porta lo stesso titolo del film, le è stato inviato via posta dal suo ex marito, interpretato da un sempre più bravo Jake Gyllenhaal. Insieme al libro, un bigliettino dove egli le chiede di incontrarsi dopo aver letto il romanzo. Il film si svolge a Los Angeles e Amy Adams interpreta una artista di successo, ricca e con un bellissimo ma infedele marito, che vive nel rimpianto di aver crudelmente lasciato 19 anni prima Tony, interpretato da Gyllenhaal, unico vero amore della sua vita. All’epoca Tony provava a fare lo scrittore, ma con poco successo e quando chiedeva a Susan di leggere quello che aveva scritto, lei non era mai soddisfatta, ma gli diceva che forse non era il momento e che doveva smetterla di scriverla basandosi su se stesso.
Il libro che però le invia è diverso, è riuscito. Narra di una storia d’amore violenta e crudele, arricchita da sentimenti di vendetta e redenzione. Una sorta di rivalsa da parte di Tony, che agli occhi di Susan era sì un uomo romantico e dolce, ma anche un debole senza ambizioni e fuori dal contesto che aveva scelto. Susan lo legge la notte, non dormendo mai e una volta finito decide di incontrarlo. Nel mezzo di ciò succede davvero di tutto in quanto ci troviamo di fronte a un film nel film, ambientato in tre periodi diversi (il passato di Susan e Tony, il presente di Susan e il racconto del libro dove i protagonisti sono proprio Susan e l’autore).
Ford impacchetta davvero un buon prodotto. Forse la storia non ci è del tutto nuova, ma rientra sicuramente in quella categoria di cinema contemporaneo e avanguardistico dove l’estetica dell’immagine, l’eleganza, l’ottimo montaggio e la fotografia fanno da assoluti sovrani. Questo anche grazie alle location texane cupe, aride e desolate che non fanno altro che trasportare lo spettatore in un viaggio di dolore, rabbia e vendetta che riempiono l’animo di Tony. Un’inquietudine evidente e che arriva esattamente dove deve arrivare, ossia al pubblico
In un mondo fittizio e artefatto come può essere quello borghese e glamour di Los Angeles, Ford riesce a scegliere degli attori perfettamente idonei, anche soprattutto per la parte più “selvaggia” del film, la messa in scena del romanzo. Perfetta risulta la chiusura del puzzle che cambia in continuazione i piani narrativi, cosa non da poco (quante volte abbiamo visto racconti svolti su più livelli che alla fine dei giochi però non combaciano lasciando lo spettatore confuso poichè non riesce a darsi delle risposte). Nella pellicola Ford evidenza come un uomo profondamente ferito nel proprio ego e tradito dall’amore possa tornare alla ribalta e dimostrare quello che in realtà è, non essendo troppo cattivo, ma ferendo e colpendo lì dove egli è stato colpito.
Il film escrive perfettamente una società che continua a condizionare le nostre vite oscurando i nostri sentimenti e quello che realmente bisognerebbe fare per essere felici. Nessuno nella vita fa fino in fondo quello che vorrebbe, ma lasciarsi condizionare da ciò che ci circonda e mostrarci agli altri felici è ancora più distruttivo che provare a far crollare i pilastri di una società malata che spesso pilota le nostre decisioni. Ford riesce a lanciare un forte messaggio con questa pellicola facendoci capire che prima di tutto siamo noi stessi a doverci giudicare in base alle decisioni che prendiamo nel corso della nostra vita.
Voto: 2,5/4